TIVOLI, RIEMERGE UN MOSAICO ROMANO DURANTE I LAVORI PER LA FIBRA OTTICA

Il 15 settembre 2025 nel centro storico di Tivoli, in prossimità della chiesa di Sant’Andrea, durante lo scavo per la posa di cavi e dei pozzetti della fibra ottica eseguito per conto di FiberCop, gestore dell’infrastruttura digitale, è stato messo in luce un ambiente con pavimentazione musiva in tessere bianche e nere a motivo geometrico, databile alla prima età imperiale.

Su disposizione della Soprintendenza l’area di indagine è stata ampliata dagli archeologi di Gea S.C.a.r.L., incaricati della sorveglianza archeologica in corso d’opera, consentendo di riconoscere un settore dell’antica Tibur che conobbe una rioccupazione a carattere funerario, probabilmente in età medievale. Oltre al pavimento in mosaico sono emerse almeno due tombe delimitate da muretti; la cronologia delle sepolture sarà precisata con i successivi approfondimenti stratigrafici e di laboratorio.

Il rinvenimento si colloca in un ambito urbano già noto per la ricchezza di testimonianze di età diverse, tra cui le imponenti sostruzioni in opera reticolata delle cosiddette “terme di Diana”, visibili ai piani interrati degli edifici compresi tra via dei Sosii, vicolo Lolli, via Sant’Andrea, vicolo Torlonia e vicolo del Labirinto.

Gli accertamenti rientrano nell’Accordo di semplificazione sottoscritto tra FiberCop e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, diretta dall’ Arch. Lisa Lambusier, che coniuga la tutela del patrimonio archeologico con la realizzazione di nuove infrastrutture digitali predisposte da Fibercop. Il modello operativo prevede la verifica preventiva delle informazioni storico-archeologiche e il monitoraggio in corso d’opera; in caso di rinvenimenti è disposta la sospensione immediata dei lavori con estensione mirata delle indagini, documentazione e messa in sicurezza dei contesti. Quando necessario, vengono adottate soluzioni tecniche alternative, quali la ripianificazione dei tracciati o protezioni in situ, per evitare l’impatto sui depositi antichi.

L’accordo si applica anche alle aree vincolate, trasformando gli scavi per i sottoservizi in occasioni di conoscenza, tutela e aggiornamento della carta archeologica cittadina. Dati e materiali confluiranno negli archivi della Soprintendenza per i dovuti approfondimenti scientifici e per l’eventuale attivazione di provvedimenti di tutela finalizzati alla protezione e conservazione dei beni, contribuendo a una pianificazione urbana più consapevole e a future azioni di valorizzazione.